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Le Favole di Miriël

Cari VitHael,

se vi trovate ora in questa piccola biblioteca ad Ethernity è solo perché avete creduto in Fenix per la terza volta, e di questo io, ve ne sono infinitamente grata.

Wello Hack era un elfo comune, con la passione per la scrittura. Non vi è bambino a Miriël che non conosca il suo nome.

"Storie banali di elfi non comuni"  è la sua raccolta più famosa. Morì poco dopo la sua pubblicazione di una rara influenza elfica. In ogni biblioteca del regno vi è una sezione dedicata a lui.

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Nuel - Storie banali di Elfi non comuni - Wello Hack

Questa è la storia di un ragazzo la cui leggenda narra abbia perso le emozioni. Non si sa bene quando sia cominciata l'avventura di Nuel e delle sue emozioni perdute, nato tra cime innevate, alcuni dicono non abbia mai avuto un cuore.

Alto, basso, capelli lunghi e corti, mani grandi e piccole. Non lo so. Questi dettagli non li conosco. Tutti, però, dicono che abbia gli occhi grandi e dorati. Come può qualcuno con gli occhi così belli non avere un cuore?

Ne ho sentite di storie sul suo conto. Così tante che a contarle non mi bastano le dita di due mani. Mi è stato detto che le emozioni le ha perdute col tempo, che è stata la vita a strappargliele via. Mi hanno raccontato di quando, un giorno, la rabbia si fece così grande che una piccola stella vuota gli si posò sul polpaccio. O di quella volta che desiderò così tanto volare che delle ali gli si posarono sulla spalla. O di quando la felicità si tramutò in una libellula sul petto vuoto. 

E allora, forse mi chiedo, se invece di perderle le emozioni non le abbia nascoste.

Altri mi hanno raccontato, invece, di quando rida quando sia arrabbiato, di quando ascolti musica quando sia nervoso, di quando fugga quando sia annoiato e di come la sua voce esca fuori piano dalla sua gola quando invece è felice.

Il racconto di tre bambini ha però aperto i miei occhi. Silenziosi e quatti quatti si sono avvicinati a me quando, un giorno, mi hanno sentito domandare di lui. La più alta, a braccia conserte, mi guardava curiosa.

“Io, una volta, l’ho visto fare un’espressione buffa!” Mi ha detto seria in volto.

Afferrandomi la mano e tirandomi a sé, quello di mezzo mi ha sorriso: “Io, invece, l’ho persino visto ballare!” Ha raccontato ridendo.

Quello piccolo, non più alto di un cesto di mele, si è coperto la bocca con la mano e, avvicinandosi lento lento, mi ha sussurrato all’orecchio: “Io l’ho sentito cantare, invece!” Mi ha raccontato divertito.

Aggrottando la fronte e scuotendo il capo, la più alta sospirò: “La verità è che gli adulti non lo capiscono” affermò triste.

E allora mi scuso con te, che sei arrivato a leggere fino a qui, convinto che questa fosse la storia banale di un giovane elfo che ha perso le sue emozioni. In realtà ti dico che questa è la storia di un uomo, la cui armatura scintillante ha imparato a riflettere le emozioni in altra forma. E a tutti quelli che hanno pensato non avesse un cuore, posso solo dire che certe cose si sa, sono invisibili agli occhi, certe cose si possono solo percepire, come il vento.

 

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